Il film

La montagna. Un luogo estremo, puro e istintuale

«Ho sempre pensato di suggellare la mia vicinanza al territorio delle Dolomiti, frequentate fin da bambino con la guida di mio padre Renato, ma non sapevo ancora come. Il 6 giugno 2018 al Muse, attraverso le parole della scienziata Valeria Lencioni, ho conosicuto la Diamesa Steinboeki, un piccolo animale acquatico fondamentale per studiare il clima alpino e mi incuriosisco. Ecco che l’idea prende una forma: costruire una narrazione cinematografica per spiegare il cambiamento climatico.
La pandemia che ci ha colpito, ci ha messo alle strette: il nostro comportamento è responsabile delle conseguenze sul sistema pianeta. O agiamo virtuosamente cooperando o diventiamo noi il vero problema. Il nostro film è un tentativo, ci abbiamo provato.»

Alessandro Garofalo
Produttore

Note
di regia

Fonte di grande ispirazione per questo film è stato il Dolomiti Ski Jazz Festival, nato nel 1997 da un’idea di Enrico Tommasini e Bruno Felicetti ai quali si è aggiunto Alessandro Garofalo come sponsor, sin dalla prima edizione. Il Festival è un incrocio di diverse passioni: quelle per gli sport invernali, per la musica jazz e per la natura alpina. Attorno ad esso, negli anni, si è creata una community molto unita e attiva anche nel campo della sostenibilità.

Il Festival, che è una rassegna musicale unica nel suo genere, ha portato tra le montagne della Val di Fiemme stelle e astri nascenti sia del jazz internazionale che di quello nazionale; ma soprattutto è ubicato in un luogo unico: le Dolomiti dalle creste frastagliate e dai denti rocciosi che si stagliano nel cielo del Trentino.

È proprio la montagna a essere la grande protagonista di questo documentario. Un luogo dove il passare del tempo è scandito solo dalle stagioni e dalle persone che la attraversano. Un luogo estremo, istintuale, e proprio per questo ancora puro. Un luogo in cui vita e morte convivono e si aggrovigliano in un intreccio inestricabile, e il sublime si affaccia al di là della cima.

Sinossi

Per raccontare questo luogo, la montagna, già al centro – per la sua epicità – di innumerevoli narrazioni, siamo partiti proprio dalle persone che la vivono quotidianamente.

Strutturando il film come una scalata – cinematografica – verso la vetta, seguiamo i personaggi che, alle varie altitudini, vivono la montagna.

Ognuno con la propria filosofia, i propri orizzonti esistenziali, i propri desideri. Perché se vivere la montagna significa vivere la natura, la montagna è anche – sempre – un viaggio verso e all’interno di sé stessi, attraverso le proprie paure, i propri limiti, le proprie aspirazioni profonde.

 

Uno dei motivi del film è sicuramente la memoria delle montagne e dell’uomo. Memoria con la quale i personaggi saranno chiamati a riconciliarsi, e che verrà alla luce attraverso filmati di repertorio e materiali archivistici, anche amatoriali, che serviranno a rivelare la loro interiorità.

Mattia Venturi
Regista

Quattro sono i protagonisti di “Con le mie mani”.
Li seguiamo nella loro quotidianità, si passano il testimone e pian piano ci accompagnano – ci guidano – verso la cima.  

Mattia Venturi
Regista

Il primo personaggio è Fabio.
Fabio “ raccoglie” e salva i detriti che la montagna porta a valle, il legno, e con esso la musica per le prossime generazioni. È uno dei massimi esperti di “legno di risonanza” e di tavole armoniche per gli strumenti musicali.

Il secondo personaggio è un altro Fabio.
Fabio è un liutaio che fa suonare uno degli elementi più preziosi che la montagna ci offre: l’abete della Val di Fiemme, il legno di Stradivari. Lavorare il legno è come lavorare con gli esseri umani perchè ogni legno dà un suono diverso.

Il terzo personaggio è Valeria.
Valeria è un’idrobiologa, ricercatrice al MUSE di Trento e ha dedicato la vita, a studiare un animale minuscolo: la Diamesa. Un piccolissimo insetto primitivo, capace di ibernarsi in inverno, che vive nei torrenti alle pendici dei ghiacciai. Ma il cambiamento climatico che li minaccia, mette in pericolo la sopravvivenza stessa della specie.

L’ultima storia è quella di Tomas, guida alpina originaria delle Dolomiti di Brenta la cui passione si può misurare dall’intensità con cui pronuncia la parola “Montagna”. Tomas tiene un diario e sarà questo a rivelarci la sua memoria. Con Tomas arriveremo fino alla vetta e pian piano, allontanandoci da valle, i suoni della civiltà e dell’uomo – prima bruschi e disarmonici – si faranno sempre più armonici con quelli della natura.

Con le mie mani

Un documentario di Mattia Venturi.
Prodotto da Alessandro Garofalo

Novità e proiezioni


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